domenica 6 luglio 2008

dal blog di elena canovi...

leggendo si capisce, non ce' bisogno di commento alcuno...

[..]C'è bisogno di coraggio, anche di un po' di testardaggine per non cedere alla
tentazione di guardare indietro, ma anche di clemenza verso se stessi, rispettare il proprio pianto e i
quotidiani dubbi laceranti. La distanza costringe inevitabilmente a ripensare a ogni persona che si
lascia lontano. Certi rapporti sopravvivono e crescono, altri si indeboliscono. Ma la cosa più
difficile per me è riconsiderare me stessa, misurarmi con le mie debolezze e fare l'appello delle mie
forze. In questo processo di analisi interiore, la distanza è un giudice implacabile.
Mi piace pensare che stando lontani da casa a lungo, senza neanche rendersene conto,
impercettibilmente si passa dall'essere emigranti all'avere due case e due famiglie.

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