lunedì 24 agosto 2009

Eskerrik Asko!

Rientro da Donostia oggi per passare da paris, fare una lavatrice, constatare che la pioggia rimane con me fedele dal tragitto euskadi-frantzia, disfare la valigia rifare la valigia, ripartire per Modena/. Modena Modena stazione di Modena!!!

al momento, non c'e' che dire, e' stato un bel mese! nuovo direi, soprattutto, ed importante! dove si affinano i pensieri antichi e si maturano nuovi obiettivi. Dove ci si impara anche a conoscersi meglio!

entoces, eskerrik asko! muxu!

giovedì 13 agosto 2009

pescirossianuiorc

un bel pensiero di Lorenzo "Jovanotti" Cherubini:

L’Italia vista da lontano fa girare la testa. Da una parte c’è il fatto indiscutibile che siamo «l’Italia» e nel mondo questa parola significa ancora tanto, prima di tutto sinonimo di una certa energia creativa, di un sapere antico ma in grado di rinnovarsi continuamente senza perdere mai quel qualcosa di unico.
Sto parlando della bellezza e dell’armonia, concetti che tutti associano alle cose italiane, dal cibo al design (attenzione perché niente è per sempre e ormai quella che era una specie di esclusiva non lo è più). Gli italiani in giro per il mondo sanno farsi valere.

L’altro giorno a San Francisco ho pranzato con un importante uomo di cinema americano nemmeno quarantenne e solo a nominare Fellini o Pasolini gli si bagnavano gli occhi di lacrime. Ma l’Italia vista da lontano è anche quel paese che fa fatica a raccontarsi per quello che sta vivendo oggi, perché non se ne può più di dover ricorrere al passato per essere rilevanti fuori da casa nostra. E non se ne può più di essere all’estero e di vederli ridere sotto i baffi quando in una qualsiasi conversazione si nomina la nostra politica.

Mi sono trovato spesso a dover difendere una storia indifendibile per il semplice fatto che non mi piace che mi si parli male dell’Italia fuori dall’Italia, perché come canta Gaber anche se «non mi sento italiano» per fortuna o purtroppo lo sono e quei difetti e quei pregi, per fortuna o purtroppo, sono anche i miei. Abbiamo bisogno di un’altra storia, di nuovi valori, di più energia.