domenica 10 ottobre 2010

Nell' anno 2010 di nostra vita, dovremmo avere la presunzione di vivere in un paese unito con la P maiuscola. In un' Italia forte della Memoria della sua storia che si affaccia alle sfide del nuovo millennio con un'esperienza maturata e consolidata negli anni nel campo del sociale, della dialettica politica, delle (nuove per noi, ma non completamente estranee) dell' integrazione culturale tra cittadini di diversi paesi che vivono sullo stesso suolo. Invece, e' sempre dannatamente avvilente osservare giorno dopo giorno, come l' Italia fatta dagli Italiani, stia camminando all' indietro come un gambero (Gianni Rodari non ne sarebbe fiero). Leggendo la croanca quotidiana con gli scontri politici arrivati alle bassezze piu impensabili, con i dossier pseudo-gioranlistici usati come arma, con la dichiarazione "che sarebbe meglio dotare i nostri aerei in afghanistan di bombe", con i sindacati in rivolta l'uno con l'altro...mi chiedo se non siamo gia impazziti del tutto. Nelle cronache dei giornali non si legge che odio. Odio, livore, violenza nelle parole, nei termini e nei concetti piu semplici. Siamo, temo, gli uni contro gli altri. A livello dei partiti lo sconttro e' sempre stato violento da quando la destra e' salita al potere con il berlusconismo in poppa. Hanno contribuito ad alzare lo scontro politico e sociale andando ben al di la' di quello che oguno poteva aspettarsi, tant'e' che le oscenita' che quotidianamente vengono proferite da questi politicanti hanno ormai creato assuefazione e tolleranza nel popoletto. La cosa che mi colpisce di piu' tuttavia, rimane la violenza verbale usata. Tutto si rifa' a concetti bellici. Killeraggio, sciacallaggio, bombardamento mediatico, imprecazioni via tv, offese vergognose e da cafoni rivolte agli avversari politici, disprezzo delle persone con battute razziste (2010!!) su ebrei, musulmani, immigrati, incitamento a prendere i fucili per far valere il federalismo, esaltazione ed apologia del fascimo. Poi alle parole arrivano i fatti. Questo ahime, andatevelo a cercare notizia per notizia, lo ha portato non la destra, ma il berlusconismo di destra. Noi non abbiamo vissuto durante il regime fascista e poi l'occupazione nazi-fascista. Non abbiamo vissuto la cruenta lotta di liberazione e la guerra fratricida tra Partigiani e repubblichini. Non abbiamo vissuto i contrasti di allora. Dovremmo esserne contenti, parola dei partigiani. Ebbene oggi, a mio avviso, e' come se vi stessimo lentamente ricadendo dentro. Scivolando leggeri e rincoglioniti verso un punto di non ritorno di scontro permanente. un paese assediato siamo, assediato da noi stessi. Uno scontro permanente di violenza non ancora fisica che imprigiona le menti e le sensibilita' di ognuno. Temo che non se ne uscira' e che la violenza possa aumentare. E intanto noi si sta alla finestra a guardare questo povero paese sbandare in alto mare come una zattera di profughi. La storia si ripete.

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