Io non mi accontento di guardare la tivi.
Non mi accontento di ascoltare le voci che mi passano accanto.
Non mi accontento della solita routine quotidiana...
metro-boulot-dodo'
uff.
Avere 28 anni e ritenere tutto gia' predisposto, tutto pianificato, tutto acquietato.
Ritenere che non vi siano spazi da reclamare, che non vi siano possibilità di riscatto o di miglioramento.
Accettare il quotidiano si, okay, ma di poter pensare di non cambiarlo o di tentare almeno, no questo
non l'accetto. Al tempo stesso non accetto il rimbambimento collettivo, proposto da non si sa chi onestamente,
contestato dai più ma accettato e perpetrato
da molti con il solo scopo di ottenebrarsi la mente con ritrovi per aperitivi, feste, ritrovo per aperitivo, festa,
cena di qui e ritrovo di la' per la cena costi', ah forse forse ci puo' scappare un concerto di tanto in tanto,
ma non è garantito...sai di questi tempi...ooohh! ma dove stiamo??
Stiamo, ecco cosa, stiamo ho detto bene, stiamo e non siamo, ma neanche saremo, ma stiamo senza muoverci...
quindi fermi, non moto, ma stasi.
e se stai allora non puoi pensare di spaziare oltre i tasti della tastiera o del telecomando o del campanello
del citofono o del portable. Se stai e non vai, forse perdi qualcosa, anche se non lo puoi sapere non avendo avuto
magari un' occasione in precendenza. E la precedenza implica cedere il passo a qualcosa, ma qualcosa che si muove
e se non puoi cedere il passo o stai fermo tu o è il resto che non si muove intorno a te.
Allora da che parte ci troviamo?
Dovrei rompere meno le scatole...a me stesso e agli altri...sono uno che rompe a cui non va mai bene nulla...
E che vorrebbe muoversi, il corpo puo' anche stare, la mente i pensieri no, meglio muoverli.
E non voglio nemmeno scomodare eraclito.
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