mercoledì 21 luglio 2010

... quante cose non ho ancora fatto in Paris mentre a Donostia casualmente piove al mio arrivo?
E perche' oggi sono malinconico per una citta' che ho comunque voglia di lasciare?
mah....forse sono solo stanco di cambiare ancora.

mercoledì 14 luglio 2010

tra la via Emilia e il west




e ieri, mentre rientravo sull' Emilia, da Bologna, con il sole arancione del tramonto languido ed umido dell' estate emiliana, mi e' proprio venuta in mente che mi trovavo "tra la via Emilia e il west". E un fiume di ricordi, emozioni, si e' riversato da non so quale borsa di mery poppins dentro l'abitacolo della mia macchina!
e poi il vedere in lontananza, dopo il ponte di santambrogio la sagoma controluce arancione della Ghirlandeina...a sun propria a Modna, vaccaduncanleder!
E la ho capito che ci sono tutte ma proprio tutte le mie radici.

venerdì 9 luglio 2010

Stampa in sciopero contro la legge sulle intercettazioni

di Roberto Montefortetutti gli articoli dell'autore

Domani (venerdì 9) sarà la giornata del silenzio contro la «legge bavaglio», il ddl Alfano sulle intercettazioni. Oggi scioperano i giornalisti della carta stampata. Domani sarà il turno di quelli di radio, televisioni, dei siti on line, degli uffici stampa. L’obiettivo è quello di rendere il più possibile «fragorosa» e «partecipata» la «giornata del silenzio» indetta dalla Fnsi con l’adesione convinta dell’Ordine dei giornalisti, contro la legge che «rischia di mettere a tacere tutto il sistema dell’informazione italiano» e contro i tagli della «manovra» di Tremonti all’editoria: un altro pesante «bavaglio» alla libertà di informazione. Oggi incroceranno le braccia anche i poligrafici aderenti alla Cgil e domani per la prima volta sciopererà anche il popolo della «rete», i siti web non saranno aggiornati. Non sarà in edicola neanche il Manifesto.

«Una scelta obbligata e senza alternative in mancanza di fatti nuovi che avrebbero potuto far cadere le ragioni della protesta» ha spiegato ieri il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, rispondendo anche a chi ha ipotizzato strumenti di lotta diversi ha ricordato che lo sciopero è stato proclamato dopo diversi momenti di mobilitazione. «Lo sciopero è un mezzo e non un fine che per noi resta quello di far arretrare una legge sbagliata». La protesta per difendere il diritto dei cittadini ad essere informati, ha assicurato, andrà avanti sino alla denuncia alla Corte europea per i diritti dell’uomo. «Sappiamo che alcuni giornali, per condizioni ideologiche o questioni di militanza, non aderiranno allo sciopero. Noi ci appelliamo perché questa è una battaglia di tutti. Quanto più una protesta è fragorosa più il risultato è forte». In più ha ricordato a chi chiedeva maggiore «fantasia» e forme di protesta alternative, che la proclamazione ufficiale di uno sciopero che coinvolge il servizio pubblico può essere disdetto solo in presenza di fatti nuovi che «non ci sono stati».

Vi è stato il tentativo di cercare d’intesa con gli editori altre forme di protesta, ma non è stato possibile realizzarle per tempo. Per la Fnsi lo sciopero resta lo strumento di lotta unificante e più efficace della categoria, segno della sua «autonomia» in un’azione di «resistenza civile» che ha come obiettivo non un seplice aggiustamento della legge, ma lo stralcio dell'informazione dal ddl sulle intercettazioni. Le sue proposte a tutela della privacy le ha già messe sul tavolo.

08 luglio 2010

da L'Unita'.

mercoledì 7 luglio 2010

Assisto dall' inizio estate alla querelle di polemiche che si susseguono a Modena riguardo la realizzazione di diverse opere ed interventi pubblici. Ho anche preso parte indiretteramente coinvolto al dibattito, felice dell'insperata chance di potermi esprimere seppur via email. Leggo quotidianamente i pochi quotidiani accessibili online sulla cronaca locale per non rimanere a digiuno di notizie. Seguo con puerile partecipazione il dibattito tra i vari attori di primo piano coinvolti nella vera e propria battaglia politica interna al partito ed esterna con la cittadinanza critica. Mi accorgo con sgomento che non ho un punto di riferimento politico valido e serio. Ho le mie idee, questo si, nessuno me le togliera' mai; ho la mia testa e la mia voce per gridare...e ho tanta voglia di gridare. Tuttavia non ho un referente politico. Vedo diversi soggetti che esprimono di volta in volta posizioni concondordanti con le mie, altre volte no, ma non vi e' un soggetto politico, una persona di riferimento cui guardare. Persino il partito lo sento sempre piu sfilacciato. Persino il PD in cui ho creduto e onestamente credo ancora come progetto. Ma parliamo sempre di progetti qui, per decine di anni, e come da tradizione, il prodotto finito, quando lo vedremo?? vaccaduncane!
Dov'e' quel progetto di vita, quelle aspettative che l'alta politica del rinnovamento e del cambiamento dovrebbero instillarti dentro? dove il fervore del lotta, della conquista di un Nuovo Sol dell' Avvernir? dove la tensione, la trepidazione verso il cavalcare nuove sfide per dare nuove prospettive di vita migliori alle giovani generazioni? dove sono le parole concrete ferme e solide che mi aspettavo di sentire negli ultimi anni? dove?. Le parole ci sono, in realta', solo che sono gridate troppo flebilmente e da troppe voci. Sono tirate, spezzate ormai sfilacciate da piu parti. Non sono che l'ombra sbiadita di se stesse. Non sono deluso, non e' il termine che utilizzerei, ma come molti altri miei amici e coetanei, forse rassegnato. Rassegnato a non vedere una nuova societa' migliore piu equa piu sociale piu' moderna realizzarsi. Solo gli aspetti piu negativi e duri sembrano essere accentuati. Sono stanco di dover cercare in me motivazioni e giustificazioni per tracciare una X su un simbolo nella scheda elettorale. Sono stanco di vedere contraddizioni spacciate per virtu'. Sono stanco dei giochi politici. Sono stanco di sentirmi considerato dagli apparati statali, dalle compagnie di trasporti un emerito coglione, buono solo per acquistare prodotti di infima qualita'. Sono stanco di dover vedere persone arricchirsi quando io non so neanche se avro' un lavoro il prossimo anno. Sono stanco di non poter decidere dove vivere. Sono stanco di vedere lavoratori con 40 anni di contributi faticare per arrivare a fine mese con la pensione. Sono stanco di essere ormai consapevole che la mia generazione e' stata completamente fregata e dimenticata: 30 anni, come non averli, perche' non esistiamo. Sono stanco di accumulare rabbia. Sono stanco di sentirmi davvero inutile nel cambiare le cose. Se non riesci semplicemente a dialogare a livello di circoscrizione comunale, qualcuno mi deve spiegare come si pensa di poter cambiare marcia a livello nazionale o europeo, o mondiale. Sono stanco di leggere solo notizie di tragedie, arresti, morti, corruzione sui quotidiani. Le buone notizie, non possono essere solo legate a chi passa il turno dei mondiali. Sono stanco. Sono stanco ed dannatamente incazzato. O la mia generazione si da' una mossa, o forse lo e' gia', sara' completamente sommersa e noi con essa.
Spengo. Attendo la Rivoluzione.

martedì 6 luglio 2010

Maroni tace sugli eritrei e apre un nuovo fronte: l'aeroporto di Malpensa

di U. De Giovannangeli

<< Aiutateci, siamo innocenti, non lasciateci morire...>>. Il grido di aiuto dei deportati eritrei nel lager libico, non scalfisce la corazza dell’insensibilità del ministro Roberto Maroni. Per il titolare del Viminale, la pratica è chiusa. Neanche una parola, nemmeno mezza. Dopo aver risolto l’emergenza sbarchi a Lampedusa, «ora l’aeroporto di Malpensa è la frontiera più avanzata per l'ingresso di immigrati clandestini, perchè da un anno Lampedusa è uscita dai traffici di clandestini dalla Libia», sentenzia il ministro.

Secondo Maroni, «i controlli sulle coste libiche hanno chiuso le rotte e nei primi mesi di quest'anno non è arrivato praticamente più nessuno a Lampedusa». Per questo ora l'attenzione delle autorità italiane si sta spostando sugli ingressi via aria, studiati partendo proprio da Malpensa, perché, spiega, «la frontiera aerea è la più insidiosa...». « Cosa intende fare ora il ministro dell'Interno?Chiedere aiuto di nuovo alla Libia di Gheddafi per respingere gli irregolari anche in Lombardia?», commenta Sandro Gozi,capogruppo del Pd nella commissione Politiche della Ue di Montecitorio.

Nessuna pietà
Nessun ripensamento. Il «modello-Libia» va per il meglio e andrebbe esportato. Per mare e nei cieli...Esulta Maroni, è silente Frattini. Ai due ministri consigliamo di prestare attenzione a questa testimonianza: «Ci torturano a tutte le ore, ci insultano e ci picchiano. Prima eravamo in un centro di detenzione, a Misurata. Alcuni di noi erano stati arrestati perché già abitavano in Libia, altri sono stati presi nelle città, altri ancora sono stati respinti dall'Italia lo scorso anno. Anche se avevano il diritto di essere accolti come rifugiati sono stati respinti». Così a CNRmedia uno dei 250 rifugiati eritrei detenuti in condizioni definite «disumane» nel deserto della Libia, senza acqua, cibo nè cure mediche. «Nessuno è morto nel trasporto, ma in molti hanno gravi problemi di salute. Ci sono persone che hanno braccia, gambe, teste rotte - prosegue il rifugiato - Ci sono anche 18 donne bambini. Le torture sono state molto pesanti. Tre persone, appena arrivate qui, hanno bevuto detersivo e sono state portate in ospedale: si è trattato di tentativi di suicidio». «Nessuno può venirci a vedere, nessuno viene a proteggerci, attorno a noi ci sono solo l'Ambasciata eritrea che ci vuole rimpatriare e le autorità libiche. Il problema è ottenere dei visti - aggiunge - abbiamo bisogno di essere riconosciuti come rifugiati, abbiamo bisogno di aiuto da parte della comunità internazionale proprio qui e ora. Perché stiamo morendo nel deserto».

Il Consiglio Italiano per i rifugiati (Cir) ha lanciato un nuovo accorato appello per i rifugiati eritrei detenuti in condizioni disumane nei centri di detenzione libici. «Dal centro di detenzione di Brak arrivano allarmanti notizie sul rischio di vita a cui sono esposti i 245 rifugiati eritrei che, dopo i maltrattamenti subiti negli ultimi giorni, chiedono l’intervento internazionale per salvarsi», si legge in un comunicato del Cir. « Sulla stessa lunghezza d’onda è Amnesty International.

Le condizioni del centro di detenzione di Sebah sono drammatiche - denuncia Amnesty in un comunicato - : oltre al sovraffollamento, l’acqua e il cibo sono insufficienti e i servizi igienici inadeguati. Amnesty ha sollecitato il governo libico a non rinviare forzatamente in Eritrea gli oltre 200 cittadini eritrei, rispettando in questo modo il principio internazionale del «non respingimento» verso Paesi in cui una persona potrebbe essere a rischio di subire tortura o altre forme di maltrattamento o dove «la sua vita, l'integrità fisica e la libertà personale potrebbero essere minacciate» . Se rinviate in Eritrea - incalza Amnesty - queste persone «rischiano di subire la tortura, punizione riservata ai colpevoli di “tradimento” e diserzione».

da L'Unita'.

lunedì 5 luglio 2010

continuo a pensare...

....che non me ne andro' mai da paris. invece, lo so, e me lo devo ficcare nella testaccia, che arrivera' il momento di andarsene anche da qui. E nonostante le "benedizioni al contrario" che lancio alla citta' (pulineina!), e' bene che me lo ficchi in testa a modino, per dirla semplice. E nonostante tutto, so che mi dispiacera' da morire. Davvero.
E pure uno stupendo gruppo di amici cari. Mi mancheranno da matti!

venerdì 2 luglio 2010

temperatura

Oggi ci sono 35 gradi e 37% di umidita' a palaiseau. meglio che a Modena. Todavia, non avrei mai creduto di soffrire cosi tanto il caldo stando a Paris. Ho appena mangiato yogurt con banana a pezzetti, e mi accingo a vedere la partita dei quarti di finale. porca troia oggi dire di essersi concentrati e' davvero troppo. sconnettendo mi rifugio nel frigo. Ma mi hanno incastrato, come grida il consigliere pdl beccato con coca roma ieri...e non vogliamo neanche come e cosa gli hanno incastrato!